Gratificazione differita – cos’è e perché dovresti allenarla.

Quella della GRATIFICAZIONE DIFFERITA è un’abilità poco conosciuta e altamente sottovalutata che merita invece molta attenzione!

Da neonati e nella prima infanzia, agiamo secondo il cosiddetto principio del piacere: questo principio ci spinge a pretendere la gratificazione immediata dei nostri desideri, senza alcuno sforzo.

Il bambino piccolo che avverte un bisogno (mangiare, dormire, essere coccolato, etc.), piange, strilla, si agita se non viene istantaneamente accontentato. 

La sua mente non è ancora in grado di concepire l’attesa per vedere il bisogno soddisfatto.

A poco a poco, man mano che cresciamo, dovremmo imparare che gli obiettivi desiderati non si raggiungono con mezzi magici o casuali, ma che dobbiamo lavorare duro e impegnarci per raggiungerli.

Come accennato in precedenza, il principio del piacere ci spinge a pretendere una gratificazione immediata dei nostri desideri, ma dovrebbe lasciare il posto al principio di realtà, che ci insegna a posticipare la gratificazione, ad attendere il momento e a costruire le condizioni perché il bisogno trovi una risposta.

Tuttavia, il raggiungimento di questa consapevolezza non è scontato.

Sempre più spesso questo passaggio non avviene e continuiamo a vivere con l’idea del tutto e subito (e senza sforzo), incapaci di sopportare la frustrazione quando ciò non avviene.

L’autocontrollo e la gratificazione differita ci rendono più facile la via verso la felicità e verso una vita più stabile, sia perché ci permettono di trarre gratificazione dagli obiettivi dal sapere aspettare, ma anche perché ci aiutano a capire quando vale la pena aspettare e quando no.

È importante spiegare ai bambini questo concetto, proprio perché capiscano che la vita non è fatta di successi immediati e che non sempre è possibile avere tutto e subito. Bisogna essere tenaci, propositivi, costanti, motivati, perseveranti, bisogna saper piantare il seme e poi vedere i risultati nel tempo prendendosene cura. Promuovere l’autocontrollo e la gratificazione differita, piuttosto che la tentazione e l’impulsività, può aiutarci a ottenere risultati migliori, capire cosa stiamo facendo di sbagliato e darci il tempo necessario per acquisire le capacità di gestione che ci mancano. In generale, l’autocontrollo è un’abilità che ha una componente genetica, ma può essere allenata e migliorata nel tempo.

L’autocontrollo è un aspetto fondamentale della personalità che può portarci alla felicità e al successo. Essere in grado di ritardare la gratificazione significa essere in grado di aspettare per ottenere ciò che desideri. Pratichiamo questo tipo di processo decisionale ogni volta che cerchiamo consapevolmente di rinunciare a una ricompensa immediata a vantaggio di un obiettivo più lontano.

A tale proposito uno degli esperimenti di psicologia comportamentale più importanti, fu condotto da Walter Mischel a Stanford per la prima volta nel 1972 e ripetuto più volte nel tempo.

Questi studi ormai famosi, noti come l’esperimento Marshmallow, sono alla base della nostra attuale comprensione e teoria psicologica dell’autocontrollo.

L’originale esperimento aveva come oggetto di studio bambini in età prescolare (dai 4 ai 6 anni) che venivano condotti in una stanza videosorvegliata, fatti sedere ad un tavolo e messi di fronte ad una difficile scelta: mangiare un marshmallow subito oppure aspettare 15 interminabili minuti per poterne mangiare due.

Lasciati soli dallo sperimentatore, seduti al tavolo con l’invitante dolcetto sotto gli occhi, alcuni bambini mangiavano subito il marshmallow, altri (la maggioranza) adottavano strategie per non cedere alla zuccherosa tentazione. All’esaurirsi del quarto d’ora di attesa, circa un terzo dei bambini era riuscito a resistere ed era libero di mangiare anche il secondo marshmallow.

Il follow-up successivo riesaminò il campione quando i soggetti avevano raggiunto i 25-30 anni. Coloro che avevano resistito di più nel test del marshmallow avevano raggiunto i traguardi accademici più alti, erano stati capaci di realizzare obiettivi a lungo termine e di mantenere delle relazioni soddisfacenti, usavano meno droghe e avevano un indice di massa corporea più basso; inoltre, questi avevano maggiori capacità di adattamento e di far fronte ad eventi negativi (resilienza). Insomma, i bambini più capaci di controllarsi avevano avuto più successo nella vita rispetto agli altri.

Ci hanno fornito prove sostanziali su come la capacità dell’individuo di ritardare la gratificazione, abbia un ruolo significativo nel raggiungimento dei propri obiettivi e del proprio successo.

ATTENZIONE ! L’attuale SOCIETA’, sempre più veloce e DIGITALE, NON Aiuta!

SIAMO NELL’ERA DEL “TUTTO E SUBITO”, della dopamina digitale e della gratificazione immediata!

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Questo processo e questa velocità non influenzano solo i nostri acquisti online, ma anche il resto della nostra vita che sta diventando sempre più veloce e approssimativo. Insomma, tutta questa immediatezza ci sta condizionando e abituando ad avere tutto e subito. Di per sé, questa è una bella comodità, ma c’è un lato oscuro che vale la pena notare.

Lo sviluppo di Internet e la sua penetrazione diffusa ha cambiato profondamente ogni dimensione della nostra vita pubblica e privata, sia in positivo ma anche in negativo. Ogni volta che riceviamo una qualsiasi notifica, che sia un like o un commento, riceviamo una piccola gratificazione che a livello fisico si trasforma in una “scarica di dopamina”. È questa la sostanza che sta alla base della nostra dipendenza dagli smartphone e, in particolare, da social network.

La dopamina è un neuromediatore molto potente, in grado di interagire con i nostri comportamenti perché viene rilasciato dal cervello ogni volta che proviamo gratificazione e soddisfazione. Proprio perché ognuno di noi è portato a ricercare e a ricreare quelle sensazioni che ci hanno fatto provare soddisfazione, la dopamina mette in modo ciò che viene chiamato circuito della ricompensa, spingendoci a ripete i comportamenti che ci hanno dato piacere e innescando il noto meccanismo della dipendenza. Quando parliamo di circuito di ricompensa, parliamo di come funziona l’apprendimento e il comportamento umano. Questo meccanismo sta alla base della possibilità di apprendere dall’esperienza, che consiste nel ripetere quello che in noi produce sensazioni di gratificazione e benessere e scartare ciò che non lo fa. Il nostro cervello, ogni qual volta sperimentiamo momenti di piacere, libera alcune sostanze che funzionano da rinforzo a quello stesso stimolo, rimarcandolo. Il circuito di ricompensa viene chiamato così perché descrive il meccanismo di rinforzo di una determinata esperienza verso la sua ripetizione.

Fondamentalmente vengono stimolati i centri del piacere del cervello, proprio come quando bevi, fumi, giochi d’azzardo e mangi cibo spazzatura.

Questo non vuol dire essere contrari a questi strumenti, ma sarà utile utilizzarli in modo consapevole imparando a gestire i nostri limiti.

Il punto è che non siamo è più allenati alla ricerca, all’attesa, al lavorare e impegnarsi per ottenere un risultato nel lungo periodo.

Lo smartphone è un tipo di dispositivo, che somministra “dopamina digitale”, non più solo agli adulti ma sempre più anche ai bambini.

È importante, perciò, insegnare a posticipare la gratificazione e promuovere la ricompensa differita rispetto alla ricompensa immediata, allenarla e far comprendere, cominciando dai più piccoli, che la realtà non è fatta di successi immediati, bensì che bisogna lavorare ed essere costanti, riaggiustando il tiro poco per volta e piantando ogni giorno un piccolo seme per vedere poi i risultati nel tempo. La forza di volontà non è innata, bensì come nel caso di altre abilità, richiede un lavoro personale. Essere in grado di aspettare e di non cedere alla tentazione della ricompensa immediata, molto spesso ci dà la possibilità di ottenere migliori risultati, di vedere cosa stiamo sbagliando e come potremmo porvi rimedio.

La grande sfida del nostro tempo si basa quindi nel rifondare le basi culturali-educative dei giovani – riscoprendo i SANI VALORI dell’impegno e della pazienza, nel trovare l’EQUILIBRIO tra VITA REALE e TECNOLOGIA e nel recupero di quelle abilità sociali interpersonali che, migliaia di anni fa, ci hanno permesso di evolverci e fondare la civiltà.

«Il segreto del successo risiede nella costanza con cui si persegue uno scopo» 

(Benjamin Disraeli)